Sapere dove

Sapere dove i fenomeni si verificano ed in che modo si distribuiscono sul territorio amplifica e affina le possibilità offerte dalla gestione informatizzata delle informazioni. Avere a disposizione attributi spaziali da integrare ai dati di cui già disponiamo, ma soprattutto visualizzare il tutto su una mappa interrogabile, ci offre una visione inedita delle informazioni. Da questa può scaturire una comprensione nuova degli eventi.

C'è una storia che viene raccontata a tutti quelli che incontrano i GIS per la prima volta. Questa vicenda fa capire come l'approccio geospaziale ai fenomeni rappresenti un modo particolare di osservare e interpretare la realtà, non una funzione aggiuntiva offerta dall'informatizzazione delle informazioni.

Nella metà dell' 800 le conoscenze sul colera e sulle modalità di contagio erano molto limitate. Fu John Snow, celebre medico londinese, il primo a cogliere un nesso fondamentale tra numero di morti per colera e area di residenza delle persone. Utilizzando la cartina del quartiere di Soho, mappò letteralmente le vie e gli edifici in cui si erano verificati tutti i decessi del 1854. La mappa, in seguito divenuta celebre tanto tra gli epidemiologi quanto tra i geografi, confermò un'ipotesi a cui da anni Snow stava lavorando. Ovvero il nesso tra fonti idriche e contagio. La maggior parte delle vittime di colera avevano avuto accesso diretto alla stessa fontana pubblica.

 

 

Snow J. On the Mode of Communication of Cholera, 1855.

In questo filmato in inglese prodotto dal Consorzio Internazionale Open Geographic è spiegato che cosa sia un dato geospaziale e quali vantaggi offra disporre di dati georiferiti, soprattuto se in formati compatibili con software e sistemi diversi. Il video, con esempi semplici, permette di capire come i GIS pcontribuiscano a costruire previsioni più accurate, analisi più approfondite e strumenti di gestione dei dati più efficaci.